Per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per opere grande peccatore, per vocazione pellegrino senza dimora, del ceto più basso, errante di luogo in luogo. Il mio patrimonio è: sulle spalle una bisaccia col pane secco, sotto la camicia una Bibbia. Tutto qui. (Racconti di un pellegrino Russo, primo racconto).
A partire dal IV secolo, si affermò la cosiddetta preghiera di Gesù. Ogni volta che c'era la possibilità, mistici e spirituali ripetevano tra sè e sè: "
Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me". Pronunciando questa preghiera,
si legava la parola al ritmo del respiro. Inspirando si diceva: "Signore Gesù Cristo", ed espirando: "Figlio di Dio, abbi pietà di me". Si potevano anche abbreviare le parole e dire inspirando "Gesù", ed espirando "abbi pietà di me". E il modo più breve è quello di unire il nome di Gesù al respiro. Non si tratta di riflettere teologicamente su Gesù. Piuttosto,
lo Spirito di Gesù deve sempre più penetrare in me: devo lasciarmi completamente permeare dallo Spirito. Gli antichi vedevano nella preghiera di Gesù la sintesi dell'intero Vangelo: questa preghiera era anche detta
preghiera del cuore. E' una preghiera che tende a diventare automatica, e che si adatta perfettamente al ritmo dei passi in un Cammino.
Mentre inspiro, immagino come Gesù penetri nel cuore e lo riempia di calore e amore. Espirando, penso a come l'amore di Gesù attraversi tutto il corpo, specialmente le regioni buie e sconosciute della mia vita, affluisca nel mio animo, lo renda chiaro e lo trasformi. Uno sconosciuto pellegrino russo nei suoi racconti ha meravigliosamente descritto la meditazione della preghiera di Gesù! Il pellegrino usa a tal punto la preghiera di Gesù, fino al punto che essa da sola prega in lui. Egli prega queste parole con l'esercizio del respiro. E
non c'è più bisogno che egli ci pensi: in modo indipendente ed automatico iniziano a risuonare in lui. E leggendo i racconti, si ha l'impressione che il pellegrino fosse realmente e totalmente pervaso dall'amore e dalla tenerezza. La preghiera di Gesù è anche la via più diretta alla meditazione. Molti desiderano mettersi alla sequela di Gesù e seguirne le parole. E tuttavia quando l'osservanza di questo va oltre la volontà, ci troviamo spesso arenati a causa di un conflitto. Desideriamo riflettere lo spirito di Gesù, ma il nostro inconscio si imprime spesso in modo più forte della volontà.
La preghiera di Gesù vorrebbe lasciar penetrare lo Spirito di Gesù negli abissi della nostra anima affinchè dal nostro intimo, riflettendo lo Spirito di Gesù, agiamo e parliamo a partire da questo Spirito. Insieme, questa preghiera ci porta a un profondo silenzio interiore e a farci una cosa sola con Dio. La parola della preghiera di Gesù dischiude le porte al mistero senza parole di Dio. Essa vincola lo spirito affinchè venga condotto sempre più nello spazio del silenzio in cui Dio, al di là di tutte le parole, abita in me.
Il fine della preghiera di Gesù è quello di diventare uno con Dio, Padre di Gesù Cristo. In questo modo, Gesù si fa veramente la via al Padre, proprio come ce lo ha promesso nel Vangelo di Giovanni:
"Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6).
Per approfondire: "Racconti di un pellegrino Russo", Città nuova, 1997
Anselm Grun, "Lo spazio interiore", Queriniana, 2008
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