lunedì 27 maggio 2013

Sui luoghi del Cammino: LEONESSA

Amici del Cammino,

Vorrei innanzitutto segnalarvi che in Facebook è nato il gruppo aperto del Cammino di San Benedetto
Cammino di San Benedetto - gruppo aperto Uno strumento dei e per i pellegrini: uno spazio aperto in cui scambiare riflessioni, commenti, postare foto, pubblicare video e diari, cercare compagni di Cammino, e molto altro ancora. Insomma, uno strumento perfettamente versatile che va a sostituire la pagina, una vetrina bella ma poco interattiva...Invito tutti gli amici della pagina Facebook che ancora non l'abbiano fatto, a iscriversi al gruppo entro il 15 Giugno, quando la stessa verrà chiusa dopo due anni di glorioso servizio...

Poi mi fa piacere segnalarvi un nuovo diario tra le testimonianze pellegrine. Fabio è milanese, 59 anni; si definisce un "appassionato ciclista e credente", un ciclopellegrino, insomma, e nella vita ha avuto la possibilità di girare molto, in Italia e in Europa, in sella alla sua bicicletta. Fabio è diabetico. In conseguenza di ciò, ha le principali arterie delle gambe chiuse fin dal 1998, e muscoli sofferenti sotto sforzo perché le circolazioni collaterali sono insufficienti. Negli ultimi anni si è limitato a brevi giri in bici intorno a casa sua: lungo le salite le gambe gli fanno spesso male, così da dover scendere e salire a piedi. A Gennaio, Fabio mi scrive spiegandomi la sua situazione fisica e chiedendomi consigli per affrontare il Cammino in bicicletta. Gli suggerisco di affrontare il Cammino a piedi e con la dovuta calma; ma Fabio è un "irriducibile", e fatte le dovute considerazioni, decide di partire in bicicletta.
Pochi giorni fa, Fabio mi ha scritto una mail raccontandomi com'è andato il Cammino. Fabio è arrivato fin dove le sue gambe glielo hanno consentito: "mi è rimasto un groppo in gola per quel pezzo che non ho visto: ci ritornerò, magari con Stefano, mio collega che è rimasto molto stupito di quello che ho fatto, da solo. Ci vuole un sacco di coraggio dice lui, ma a me non sembra…" Una magnifica testimonianza per tutti coloro che si impongono limiti! LEGGI IL DIARIO DI FABIO

E torniamo ai luoghi del Cammino. Eravamo rimasti a Monteleone di Spoleto. Proseguendo lungo la terza tappa, percorriamo un magnifico altopiano, coltivato a farro e a patate, e con animali al pascolo, per giungere a Leonessa, un vero gioiello di cittadina, con caratteristiche davvero uniche. 


Situata intorno ai mille metri di altezza, Leonessa fu fondata nel 1278 da Carlo d’Angiò per rafforzare il confine settentrionale del suo Regno di Napoli. Nel XVI secolo, Carlo V la concesse in feudo a sua figlia Margherita d’Austria: è in questo periodo che Leonessa conosce un enorme sviluppo culturale ed economico grazie alla lavorazione e al commercio della lana.

Così, a Leonessa rimaniamo affascinati da una cittadina medievale su cui sorge una città rinascimentale. Non basta. All'importanza storica e alle bellezze artistiche di Leonessa (numerose le chiese, tra cui il Santuario di San Giuseppe da Leonessa, santo cappuccino), si aggiunge la straordinaria collocazione geografica, proprio ai piedi dei Monti Reatini. Una fitta rete di sentieri si diparte da Leonessa, attraverso boschi ombrosi e sconfinati che d'autunno formano una mirabile tavolozza di colori. Leonessa è un posto che affascina. Anche per l'ottima gastronomia, comprendente salumi, paste, minestre, e uno svariato uso dei prodotti tipici, tra cui farro, tartufi, patate. E per il FolkloreNell'ultima settimana di Giugno vi si tiene il celebre "Palio del Velluto", che per una settimana fa rivivere a Leonessa l'atmosfera del Cinquecento. Il secondo fine settimana di Ottobre si tiene inoltre l'ormai tradizionale sagra della patata leonessana, il suo prodotto tipico più famoso. 

INFO LEONESSA
Ogni motivo è buono per andare a Leonessa: ma se ci vai attraverso il Cammino è addirittura ottimo!
LEONESSA è raggiunta dalla terza tappa del Cammino di San Benedetto

lunedì 20 maggio 2013

Sui luoghi del Cammino: MONTELEONE DI SPOLETO

L'arcadia d'Italia (clicca per vedere il video)

Un borgo circondato da monti...
Questo è quello che mi viene da pensare ogni volta che mi ritrovo nei pressi di quel delizioso borgo che è Monteleone di Spoleto. Una natura troppo bella per essere vera: pascoli di un verde che stordisce, ritmi ancestrali, gente genuina. Tutto qui, è all'insegna della genuità. A partire dai cibi casarecci, per arrivare alla gente, di cordialità e semplicità tali che ti fanno sentire proprio bene. Insomma, un luogo dove ti fermeresti volentieri! Il borgo, dall'impianto medievale, sorge sopra un poggio a quasi 1.000 metri di altezza, in posizione panoramica sulla valle del Corno. Alle spalle ha un notevole passato storico, posta la sua ubicazione su antiche vie di comunicazione, al confine tra Stato pontificio e Regno di Napoli: memoria di questo confine rimane tuttora nei cippi posti sulle cordonate antistanti la Porta dell’Orologio

Nebbia mattutina 
Monteleone, Chiesa di Santa Caterina
Torre dell'Orologio, macine, cippo di confine
Veramente interessanti sono la chiesa e il convento di San Francesco, al cui interno è possibile ammirare una copia della famosa biga, un carro da parata in legno di noce, rivestito di lamine di bronzo dorato, rinvenuta nel 1902 a Colle del Capitano, quasi subito trafugata negli Stati Uniti, e dal 1903 esposta al Metropolitan Museum di New York. Il territorio monteleonese è anche rinomato per la produzione del farro di Monteleone dop, utile per preparare zuppe o piatti in brodo, ma anche pasta, biscotti, dolci e tante altre ghiottonerie! Ingrediente base di molte preparazioni gastronomiche in epoca romana, il farro cadde in disuso con l'avvento del grano, per essere poi riscoperto per le sue notevoli proprietà nutrizionali.  Il Farro monteleonese viene "celebrato" durante la sagra del Farro, che si tiene ogni anno il 18 Agosto. Numerose, suggestive e, spesso, gustose, sono anche le altre feste monteleonesi. Il 16 Agosto si tiene la sagra degli "strascinati", piatto tipico costituito da pasta corta condita con pecorino, uovo e salsiccia. Parallelamente si svolge una rievocazione storica con gara di tiro con l'arco e altre prove di destrezza, da parte di esponenti dei tre terzieri di Monteleone. Il 17 Gennaio si celebra la suggestiva Festa di Sant'Antonio Abate. La prima Domenica di Settembre si festeggia la Madonna della Misericordia.  Il 9 Dicembre si festeggia infine il Focone della Venuta: un falò, che spesso arde per due giorni, preparato dall'intera popolazione monteleonese fra canti sacri, per celebrare la venuta della Madonna.  

Panorama Monteleonese....l'Arcadia d'Italia!
MONTELEONE DI SPOLETO è raggiunto dalla seconda tappa del Cammino di San Benedetto

lunedì 13 maggio 2013

Sui luoghi del Cammino: CASCIA

Dici Cascia...e subito pensi a Santa Rita! 

E' un legame forte e inscindibile quello che unisce Rita, la "santa degli impossibili" con la sua terra. Non potremmo immaginare Rita fuori dal contesto di una Cascia sul finire del XIV secolo. Una terra di passaggio, dilaniata dal conflitto tra Guelfi e Ghibellini, e da profonde rivalità familiari. Rita va contro corrente: nell'epoca degli odi, Rita è capace di perdonare. Ed è capace di sopportare con coraggio un marito dal carattere difficile che le verrà barbaramente ucciso; sa tenere testa ai propositi di vendetta dei figli che morranno colpiti dalla peste; riesce a tollerare con umiltà e determinazione l'avversione della badessa che inizialmente le si oppone; e porta amorevolmente in fronte per quindici anni, fino alla morte, una spina della corona di Cristo, alle cui sofferenze può ben dire di partecipare. C'è qualcosa di sublime nel coraggio con cui questa donna affronta le sofferenze della vita. Senza mai perdersi d'animo, nè lamentarsi: al contrario, avendo sempre sulla bocca una lode al Signore. Sarà forse questo il segreto di una popolarità che davvero non ha confini? 
Cascia, Basilica di Santa Rita
Senza ombra di dubbio, Rita è una santa che sentiamo vicina: così umana, nel suo destino, pur tragico ma affrontato sempre a testa alta, di moglie e di madre. In Rita c'è molto del carattere delle contadine umbre: un'altera semplicità unita a fierezza, amore per la famiglia, valori veri. Nella nostra "carrellata" sui luoghi del Cammino non possiamo dunque che partire da quel graziosissimo borgo dove Rita nasce, passa la fanciullezza e l'adolescenza, si sposa ed ha i due figli: quella Roccaporena che è un vero gioiello sotto ogni punto di vista. 
Il Sacro Scoglio
Per la singolare collocazione geografica: il minuscolo borgo è collocato al fondo di una piccola gola, profondamente incisa dal fiume Corno, là dove il fiume si trova ad aggirare una slanciata rupe, lo "Scoglio Sacro" che, proprio come uno scoglio marino, si slancia per qualche centinaio di metri sopra il fondo della valle. Qui, Rita amava fermarsi a pregare, in modo così intenso da lasciare impresse le impronte delle ginocchia e dei gomiti nella sommità della roccia. Si può raggiungere la sommità dello Scoglio percorrendo una via crucis di 300 scalini: e, oltre che la santità del luogo, non ci potrà lasciare indifferenti l'impagabile panorama che si può godere dalla cima, che spazia dai Sibillini, a Nord, ai Monti Reatini verso sud. Da non perdere anche la casa di Rita, con l’annesso Orto del Miracolo, dove in pieno inverno sbocciò una rosa e maturarono due fichi, e la chiesa di San Montano, del XIII secolo, ove Rita si sposò. 
Roccaporena dallo Scoglio
Poi (anzi prima, secondo il Cammino) Cascia, unita a Roccaporena dal magnifico "Sentiero di Santa Rita", in parte scavato nella roccia, che percorreremo. La visita dei luoghi "ritiani" inizierà necessariamente dal Monastero di Santa Ritadove, secondo la tradizione popolare, la santa venne condotta in volo dai suoi tre santi protettori. Il monastero è una struttura antica, risalente al XII secolo, che ospita tuttora le monache di clausura. Ogni mezz'ora vi si tengono visite guidate dai padri agostiniani; ed è fortemente consigliato parteciparvi, per visitare luoghi unici dove si svolsero molte vicende della vita terrena della santa. Dopo ciò, saremo pronti per visitare l’adiacente santuario di Santa Rita, edificato in epoca moderna per ospitare le spoglie della santa, luogo di culto che richiama pellegrini da tutto il mondo. 
Cascia in autunno
Specialmente durante il mese di Maggio, quando, in occasione della festa di Santa Rita, il 22 Maggio, Cascia si riempie di un "oceano" di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Edificata sopra il paese, la chiesa di Sant’Agostino è molto interessante per l’interno stupendamente decorato; da visitare ancora le pregevoli chiese di San Francesco, Sant'Antonio, e la Collegiata di Santa Maria.

Per approfondire:
Il Cammino di San Benedetto - la guida

CASCIA è raggiunta dalla prima tappa del Cammino di San Benedetto. 
22 Maggio Festa di Santa Rita
La rosa simbolo di Santa Rita
Cassa della sepoltura: particolare della spina
Cascia: Chiesa di Sant'Agostino

martedì 7 maggio 2013

Credenziale n°200!!! Sui luoghi del Cammino: NORCIA


Cari amici del Cammino,

L'estate è ormai alle porte...il Cammino entra ogni giorno più nel vivo!!! Il mese di Maggio vedrà una notevole presenza di pellegrini lungo tutte le tappe; e la maggior parte di questi percorrerà il Cammino a piedi. Proprio ieri è stata richiesta la credenziale n°200...chi l'avrebbe mai detto, per un Cammino che è "partito" appena 10 mesi fa? Una bella soddisfazione per tutti coloro che sono coinvolti in questo Cammino; ma ancor più un sentito ringraziamento che va a tutti voi pellegrini, che con il vostro spirito ed il vostro entusiasmo state facendo crescere il Cammino, giorno dopo giorno. Vi chiedo di continuare a dare il vostro feed-back che è importantissimo affinchè il Cammino resti sempre aggiornato: segnalazioni, esperienze, suggerimenti, e naturalmente i vostri diari, i filmati e le vostre foto, le testimonianze più vive e vere della vostra esperienza! Ricordo che tutto il materiale pervenuto sarà pubblicato sul sito, alla pagina Testimonianze Pellegrine
Tra i diari più belli pervenuti in questi giorni, ho pubblicato con molto piacere quello di Riccardo Ferrari, di Calino (Bs) che ci racconta il suo Cammino in "cinque bresciani alla scoperta di san Benedetto": il diario del Cammino da Subiaco a Montecassino, percorso durante il mese di Aprile. Una bella testimonianza, di gradevole lettura, che oltre al taglio personale, quasi intimistico, è corredato da stupende preghiere del pellegrino! Per tutti, un invito a leggerlo e a farsi prendere dallo spirito del Cammino reso così efficacemente in queste pagine: Cinque bresciani alla scoperta di san Benedetto
A partire da questo post, vorrei inoltre spendere qualche parola sui paesi attraversati dal cammino di San Benedetto: perchè sono stati scelti questi luoghi, quali ne sono le peculiarità, storia, collocazione geografica, tradizioni, perchè visitarli...così che si possano familiarizzare con i luoghi del Cammino coloro che intendano percorrerlo; e magari dare una maggiore consapevolezza a chi il Cammino lo ha già percorso.
E allora, non possiamo che partire dal luogo natale del nostro santo: quella Nursia, Norcia, in cui, ci dice Gregorio magno nei suoi Dialoghi, Benedetto e la sorella Scolastica nacquero, presumibilmente intorno all'anno 480.

NORCIA
Castelluccio. Il Pian Grande fiorito.
E' una graziosissima cittadina adagiata nella piana di Santa Scolastica, ai piedi dei monti Sibillini, che in ogni stagione sono in grado di attirare amanti della montagna per la bellezza, incontaminata e selvaggia, di quei luoghi. Castelluccio di Norcia, adagiata sul pian Grande (un vasto altopiano a 1.500 metri di altezza), è un luogo d'altri tempi in cui la Natura la fa da sovrana. Durante il mese di Giugno, l'intero Piano si riveste di fiori variopinti che attirano amanti della Natura da ogni parte d'Italia ed anche dall'estero. La fioritura di Castelluccio è veramente qualcosa di indescrivibile, e solamente chi l'ha veduta può realmente rendersi conto di quanto la Natura possa arrivare a dare spettacolo.

Per seguire la fioritura di Castelluccio: webcam 
Norcia, oltre che per la sua fortunata collocazione geografica, l’aria salubre e l’atmosfera tranquilla che vi si respirano, ci conquisterà anche per la bellezza dei suoi monumenti. Di origine antichissima, nel corso dei secoli ha risentito di eventi sismici a volte catastrofici; nonostante ciò, il patrimonio artistico della cittadina è cospicuo. I monumenti più importanti sono disposti intorno alla piazza centrale. La Basilica di San Benedetto, risalente al XII secolo, con la splendida facciata gotica, il rosone e i fregi dei quattro evangelisti, che la tradizione vuole costruita sui resti della casa natale del santo. Su un fianco della basilica il rinascimentale Portico delle misure, un mercato di cereali al coperto; poi sempre sulla piazza sorgono la Castellina, una residenza fortificata dello stesso periodo; la cattedrale di Santa Maria Argentea, e il Palazzo comunale. Molti altri ancora i monumenti e gli angoli pittoreschi di Norcia, da scoprire senza fretta andando a zonzo per le sue tranquille viuzze.
Piazza San Benedetto
Imperdibili le funzioni che si tengono in Basilica, interamente cantate in gregoriano da un gruppo di monaci per lo più di provenienza americana che circa dieci anni fa hanno fatto rivivere la vita monastica a Norcia, cessata con le soppressioni napoleoniche (vedi il Video)

Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida


Piazza San Benedetto. La Castellina e Santa Maria Argentea.
Piazza San Benedetto. La Basilica, Palazzo Comunale e statua a San Benedetto, km.0 del Cammino.

Norcia. Piana di Santa Scolastica.
Tappa 1 Da Norcia a Cascia.

mercoledì 1 maggio 2013

Se avessi un solo giorno ancora da vivere


Anche se c'è in me il desiderio di invecchiare dignitosamente e di raggiungere la sapienza della vecchiaia, sono consapevole del fatto che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. Non medito sul mio ultimo giorno perchè abbia paura di morire, ma, al contrario, perchè ogni giorno che mi sveglio ed apro gli occhi mi trovo, stupito, a pormi sempre le medesime domande, che suonano più o meno così: "Che cosa significa il fatto che io vivo, che respiro, che sento me stesso, che contemplo la bellezza della Natura, che odoro il profumo dei fiori, che gusto il sapore buono dei cibi? Che cosa è, nel profondo, la vita? Che cosa succede quando incontro una persona? Che cosa voglio comunicare con la mia vita, quale traccia voglio incidere in questo mondo?" Il pensiero del mio ultimo giorno mi aiuta allora a pensare alla dimensione profonda della vita e a scoprire la fonte della vita divina, dalla quale io davvero vivo.
Quando penso di avere ancora un solo giorno di vita, lo faccio per imparare a vivere più intensamente, ad assaporare ogni attimo, a mettermi sulla traccia del mistero della mia vita e a vivere ogni giorno in modo attento e consapevole. Ha un suo senso porsi questa domanda e meditarla.

Se avessi un solo giorno ancora da vivere, penserei prima di tutto a quali persone oggi mi piacerebbe incontrare. Pensando con chi trascorrerei volentieri il mio ultimo giorno, mi diverrà chiaro quali sono le relazioni importanti per me. Allora, andrei subito a trovare queste persone o le chiamerei immediatamente al telefono. Direi loro che cosa significano per me, che cosa hanno provocato in me, quali sono i ricordi che conservo di loro. E le ringrazierei per tutto ciò che ho provato e imparato grazie a loro, per quello che hanno mosso dentro di me e per come mi hanno aperto gli occhi su ciò che è autentico. Mi immagino l'incontro con la persona che più amo. La guardo, sostengo in silenzio il suo sguardo. In questo sguardo è già detto tutto. C'è amore. C'è qualcosa di grande. C'è comprensione, gratitudine, meraviglia per il mistero dell'amore che ci unisce. Io so che la nostra amicizia non sarà distrutta con la morte, che sopravviverà alla morte, che raggiungerà l'eternità. Nell'incontro di fronte alla morte sboccia il mistero di questa amicizia, il mistero dell'amore che è più forte della morte e per il quale essa non rappresenta un limite. In questo sguardo silenzioso vorrei esprimere quanto ho voluto comunicare con tutta la mia vita e che cosa voglio ancora dare, come congedo, alla persona che amo. Non mi è facile formulare queste parole. Devono essere parole che esprimono che cosa ho ritenuto importante in questa vita, che dicano quello che ho desiderato nel più profondo della mia anima. Quando rifletto su che cosa ho voluto esprimere con la mia vita, mi vengono in mente espressioni come: "Ho voluto essere trasparente all'amore di Dio. Ho voluto mostrare a tutti che li amavo, che erano per me importanti, che sono unici. Ho cercato di avere un cuore grande". Forse per alcuni ciò è stato troppo, o troppo poco chiaro. So bene che questo cuore è stato anche abbastanza chiuso, pieno di rancore e di amarezza. Ma nelle delusioni e nell'amarezza ho cercato sempre di aprire il cuore all'amore di Dio. Ho cercato di comunicare agli altri che sono in tutto e per tutto amati da Dio; mi sono sforzato di far loro capire quanto siano preziosi e unici. E ho voluto dir loro che devono credere all'amore di Dio, che Dio li libera dalla preoccupazione, che Dio tiene la sua mano amorosa su di loro e vuol togliere loro la paura. Non è poi così importante come ti va la vita. Lasciati andare all'abissale amore di Dio. Lì tu sei protetto e sorretto, liberato da ogni paura per te stesso e per la tua vita.



Per approfondire: Anselm Grun, Se avessi un solo giorno ancora da vivere, Queriniana 2008