Lo sapevate che, ogni anno, le parrocchie italiane aiutano il nostro sistema sociale per almeno 260 milioni di euro, le mense per i poveri distribuiscono sei milioni di pasti, spendendo 27 milioni di euro, il banco alimentare distribuisce viveri e generi di prima necessità per altri 650 milioni, e le iniziative diocesane di microcredito contro le nuove povertà elargiscono circa 50 milioni di fondi annui ogni dodici mesi?
E che le scuole cattoliche paritarie fanno risparmiare allo Stato oltre 4,5 miliardi, la formazione professionale cattolica integra quella statale per circa 370 milioni di euro, mentre la sanità cattolica aiuta quella pubblica per 1,2 miliardi annui? Nella lotta contro la droga, le Comunità ecclesiali sollevano gli enti statali per 800 milioni di euro, mentre sul fronte dell'usura, la Cei eroga oltre 1,2 milioni di euro l'anno alla Consulta anti-usura e alle fondazioni regionali ad essa collegate. Il volontariato cattolico immette nella rete sociale e civile quasi tre miliardi e sono circa due milioni gli euro che ogni anno vanno fino ai migranti. Per salvaguardare i beni culturali ecclesiastici la Chiesa spende circa 130 milioni di euro l'anno, per aiutare i giovani e chi ha perso il lavoro ad avviare nuove iniziative sostiene il «Prestito della speranza» (30 milioni una tantum) e il «Progetto Policoro» (un milione), per la ricostruzione dell'Aquila la Chiesa è intervenuta con 35 milioni in tre anni, mentre in quello dell'Emilia ha già erogato 13 milioni in otto mesi. Molto spesso, annota l'autore, i dati disponibili sono mancanti o lacunosi, per cui è da ritenersi verosimilmente che il risultato finale sia da approssimare per difetto. Lo Stato, invece, è più preciso e sono le sue statistiche a dirci che i contribuenti italiani danno alla Chiesa poco più di un miliardo all'anno. Da questa inchiesta emerge un dato certo: la Chiesa rende alla società civile italiana almeno 11 miliardi di euro l'anno.
Mi è sembrato giusto rendere note queste cifre, che ci danno un'idea abbastanza precisa dell'impegno sociale della Chiesa, e di come essa utilizzi le risorse di cui dispone.

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